2003 – LA MOLTIPLICAZIONE DEI RIFUGI; NASCE LA “TRE RIFUGI VAL PELLICE” – L’ESORDIO DI FABRIZIO GIAVENO

Garelli, Mondovì e Mettolo sono i tre rifugi che venivano celebrati sulle montagne monregalesi da parte del Cai Mondovì ed il prezioso supporto della P.A.M. (Podistica Amatori Mondovì) guidata dal mitico Luigi Caldano. Nacque nell’anno 2000 l’idea di dare vita ad una manifestazione sportiva di Corsa in Montagna sullo stesso percorso della “Gara internazionale sci alpinistica Tre Rifugi” giunta oramai alla 48° edizione.

La Porta Sestrera, il Passo dei Biecai e la Colla Rossa erano i passaggi caratterizzanti che integravano i citati rifugi nei 20 km e circa 1800 metri di dislivello che dividevano il punto di partenza situato al Pian delle Gorre di Chiusa Pesio e si concludeva al Rifugio Mettolo nel Comune di Frabosa Sottana.

Erano gli anni nei quali, in risposta alle rigidità del tempo della Fidal tese a regolamentare e, talvolta, a vietare le manifestazioni di Marcia Alpina divenuta, nel contempo, Corsa in Montagna, il biellese (al vero nato nella camuna Corteno Golgi) Marino Giacometti aveva dato vita alla F.S.A. (Federation Sport At Altitude) coniando e registrando le specialità di Sky Race, Vertical Kilometer e Sky Marathon. La manifestazione prese il nome di Sky Race Tre Rifugi.

Nel pieno rispetto della nuova nata il Comitato organizzatore della Tre Rifugi, al fine di evitare possibili confusioni, ridefinì il nome della classica gara del Pra in “Tre Rifugi Val Pellice”.

***

La vista dell’anfiteatro montano di San Valeriano e Tre Denti aveva accompagnato la sua crescita fino all’età adulta sentendo l’eco dei passi degli atleti che su quei monti ci salivano, con spirito competitivo, raggiungendo ora l’una e ora l’altra cima richiamati dallo spirito organizzativo che abitava la vicina Cumiana.

Di contro Cantalupa, pur avendo sentieri, boschi e cime a disposizione, privilegiava lo sport pallonaro ed è in quella disciplina che Fabrizio Giaveno mosse i suoi primi passi registrando presto, però, una scarsa predisposizione per cross, dribbling e rovesciate. Anche l’emergente rabona non era nelle sue corde e così decise di mettere fine alle ambizioni calcistiche.

Dalle alture cantalupesi osservava un piccolo monte isolato che abitava la pianura e del quale si narrava di epiche imprese sportive nonostante le sue ridotte dimensioni, la Rocca di Cavour. La decisione fu tanto repentina quanto irremovibile e l’attrazione fatale: lasciò, sia pure a malincuore, la natia Cantalupa e raggiunse l’Atletica Cavour, la società sportiva che avrebbe potuto garantirgli un futuro di gloria e prestigio.

Era una sera della fine del giugno 2000 quando squillò il telefono a Cavour dove Fabrizio aveva trovato dimora e non solo. La telefonata gli preannunciava la convocazione ufficiale, da parte della società sportiva, per la partecipazione alla Tre Rifugi in programma circa quattro giorni dopo. Dubbi e paure parve avessero il sopravvento sull’orgoglio della inaspettata convocazione; in fondo la carriera agonistica era appena iniziata e nel carnet dell’esperienza c’erano solo le gare del Servin di Angrogna e della Bagnolo - Montoso, gare prestigiose ed impegnative ma dalle Inutili Fatiche ridotte rispetto alla prestigiosa proposta. A convincerlo fu la sicurezza di avere come compagno di avventura un ferroviere di Bagnolo, esperto di lunghe e faticose distanze, rispondente al nome di Donato Gallo.

Fabrizio fece conoscenza con la Tre Rifugi il 1° luglio del 2000 e l’approccio fu denso di emozioni. A dettare il passo l’esperto Donato ma ciò non fu sufficiente ad evitare fatiche e crampi. Fu il transito al Colle Manzol, salito con l’aiuto morale ed anche fisico del compagno di avventura, a consegnare a Fabrizio l’attestato che lo abilitava a fare parte, a pieno titolo, del popolo dei corridori di montagna divenuti, nel frattempo “Skyrunners”. Questo pensiero accompagnò il suo esordio fino al traguardo dove si congedò, non senza il dovuto ringraziamento, dal compagno di avventure. Ciò da cui Fabrizio non riuscì più a prendere le distanze fu la passione per lo sport che penetra i boschi e scala le montagne a metà strada tra passione e ascetismo.

Il crono di 3.22’15 fatto registrare all’esordio rappresentava una buona base di partenza ma l’ambizione sportiva chiedeva di più, in termini di orgoglio, e di meno in termini cronometrici. Un anno di preparazione e poi la nuova salita al Pra nella edizione 2002 per raccogliere il frutto del lavoro svolto.

Dimenticò le fosche previsioni atmosferiche che accompagnarono la vigilia della gara e fece affidamento su Nicola Zarbo di professione finanziere tesserato, in allora, per la Podistica Buschese. Attese invano il mattino della gara l’arrivo del promesso socio deciso a prendere il via nonostante tempo inclemente e percorso modificato ma dal sentiero di approdo al Rifugio Jervis salivano solo nebbie cariche di pioggia. La sua, nel 2002, fu una gara in solitaria ovviamente fuori classifica ma un risultato, sia pure meno prestigioso, lo ottenne: fu l’unica coppia a non prendere regolarmente il via sulle 60 iscritte!

L’exploit era, comunque, solo rinviato alla edizione 2003 dopo l’approdo al Santiano Dante di Baudenasca: lì fece conoscenza con un atleta dalle grandi potenzialità destinate ad esplodere con l’avvicinarsi della senile età: Andrea Burlo. L’esperienza acquisita dall’esperto Donato Gallo e la forza atletica del nuovo compagno di coppia e di squadra lo condussero all’obiettivo dell’infrangere il limite delle 3 ore: 2.52’29”

Il mondo della Corsa in Montagna era, però, in ulteriore evoluzione nelle caratteristiche tecniche proposte ad un numero sempre crescente di appassionati della specialità: nuove tecnologie, nuove distanze, termini più accattivanti del comune Corsa in Montagna ponevano problemi esistenziali alla sopravvivenza della Tre Rifugi nella sua formula originale risalente al 1972. Settanta coppie di atleti /e giustificavano ancora l’immenso lavoro organizzativo? Riflessioni che trovano spazio nel nuovo Comitato organizzatore e le novità non tarderanno ad arrivare.

Carlo Degio

Link Consigliati

Logo Terres Monviso
Meteo Monviso