Lui sicuro di se ed io pieno di dubbi.

Lui con un fisico statuario ed io…lasciamo perdere.

Lui “Barcollo ma non mollo” io che piuttosto di barcollare ho sempre preferito mollare.

Lui “Ardito e pugnace” e io che nella “Folgore” ho fatto solo l’elettricista….

Lui per le imprese impossibili ed io più propenso all’  “esageruma nen…”

Lui per “meglio un giorno da Leone” ed io che….se ci fosse erba a sufficienza  a “cent’anni da pecora” ci farei un pensierino…

Due modi diversi molto diversi di essere uomini….non uno migliore e l’altro peggiore. Semplicemente diversi!!!

Eravamo simili solo nel modo di correre. Noi il terreno invece che accarezzarlo con passi leggeri e veloci lo abbiamo sempre “arato”.

Un “armadio umano” che è improvvisamente piombato nel nostro mondo e un pochino incuteva timore. Non nella corsa, questo no almeno all’esordio, ma nell’aspetto fisico. …e così, sommessamente e con circospezione , lo chiamavamo “Big Gim”.

Però, se passato il primo reverenziale timore, trovavi il coraggio di scambiare qualche parola con lui il suo sguardo ti faceva arrendere!!!

Un uomo  dall’aspetto severo ma con un grande cuore.

Aveva voglia di imparare in una disciplina sportiva che non conosceva.

Il suo fisico, formato dall’esercizio  senza sosta, esprimeva una grande “potenza” ma era incompatibile con le caratteristiche del corridore di “resistenza”. Aveva sete di nuove conquiste fisiche e sportive ed ascoltava con la giusta umiltà  di chi cerca di imparare cose nuove per dare il meglio di se.

Voleva bruciare le tappe e per questo il problema non era tanto “consigliarli gli allenamenti” ma imporgli il recupero ed il riposo.

Ti rendevi conto che appariva un  “duro” ma anche un “bambino” per la capacità di gioire ed emozionarsi anche dei più  piccoli progressi che riusciva ad ottenere nella corsa.

E così, poco per volta noi, della Podistica Valle Infernotto ma non solo, abbiamo preso coraggio ed imparato a volere bene a questo Armadio d’Uomo.

Poi per tutti è diventato Ivan, Ivan Mirto, ed in quattro anni ha conquistato il rispetto del mondo della corsa, quella più  faticosa che scala le montagne. Le presenze questa sera testimoniano l’affetto per lui del mondo dei faticatori montani..

Ti ho visto partire, Ivan, al Sestriere e poi ti ho visto li nel momento nel quale hai deciso che i sentieri delle nostre montagne non erano più sufficienti per le tue nuove conquiste. Hanno provato a farti tornare sui nostri sentieri ma tu niente. Anche li sei stato testardo ed hai voluto proseguire per la tua strada!!! E allora buona corsa Ivan. Te la augurano la tua famiglia, i tuoi affetti più intimi che ristoravano il tuo cuore, gli amici del mondo della nostra comune passione sportiva ed i compagni della Podistica Valle Infernotto.

…però…i tasselli nella suola delle scarpe…..questa me la devi spiegare!!!

 

Carlo Degiovanni

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