2007 – RITORNO AL BARBARA – ANNA MALANOT, L’ATLETA CHE “HA MIDOLLO" - DAL “POO PO POPO …” A “UNA FIGATA PAZZESCA”: STORIA DI SPORT E DI VITA

L’incerto cammino organizzativo che accompagna la Tre Rifugi nella imperante evoluzione del mondo delle Inutili Fatiche riporta l’edizione 2007 alla formula originale “a cronometro per coppie di atleti” ed alla location emergenziale del Rifugio Barbara Lowrie.

Centoventi atleti confermano il deludente trend delle ultime edizioni, singole, a coppie, con partenza in linea o a cronometro che siano. Un dato poco incoraggiante per una manifestazione capace di portarne, nell’ormai lontano 1981, ben 306! Fortunatamente, però, la storia della Tre Rifugi non è fatta solo dai freddi numeri… ci sono motivazioni, obiettivi, emozioni e pensieri che abitano la mente di tutti i protagonisti, ognuno dei quali ha un motivo per essere presente e costruire un ricordo da portare nel futuro.

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La sintetica esposizione dei fatti squisitamente sportivi della edizione 2007 è dovuta in parte alla staticità della situazione ma, soprattutto, per dare spazio ad una delle più belle storie umane che ha incrociato i sentieri della Tre Rifugi. La protagonista è ANNA MALANOT e questa sua storia prende il via proprio dalla edizione del 2007:

Tutto ebbe inizio con la Coppa Cobram 2000, in versione podistica, nella lusernese Caffarel dove seminava passione sportiva a piene mani tale Daniele Catalin destinato ad un futuro lastricato di successi organizzativi e qualche acuto agonistico. La passione per le camminate in montagna era presente da sempre ma fu in quella garetta aziendale che Anna Malanot, più o meno all’età di Cristo, scoprì la sua passione ovvero l’infatuazione per la corsa con particolare affezione ai sentieri montani.

La strada che condusse Anna alla sua prima partecipazione alla Tre Rifugi nella 32° edizione (2007) era lastricata da indolori non competitive ma anche di classiche di specialità quali il Memorial Maurino del 2007 affrontato con il coraggio dell’incoscienza di chi, per la prima volta e senza cognizioni specifiche, stringeva amicizia con le Inutili Fatiche.

L’esordio avvenne domenica 8 luglio dopo avere risalito, la mattina stessa, la complicata strada dei Carbonieri che conduce al Rifugio Barbara Lowrie destinato, in quella edizione, ad ospitare l’annuale celebrazione della sacra liturgia laica.

Pettorale n. 2 sorteggiato dal Comitato organizzatore che, probabilmente, nutriva scarsa fiducia rispetto alle velleità agonistiche della new entry. Ad accompagnare Anna nel suo esordio Antonella Lamberti, atleta già esperta e compagna di squadra della Atletica Val Pellice.

L’esordio è sorprendente per la protagonista che scopre di avere buoni numeri da giocarsi in specialità: il transito al Colle Manzol merita una foto ricordo ma è sulla cresta di Schina d’asu che avviene l’incontro indimenticabile con un gruppo di escursionisti francesi che incoraggia la danza della coppia n. 2 impegnata nella tecnica discesa: “allez allez, bon courage” è l’urlo dei francesi verso i quali inevitabilmente parte il coro “Poo po po po popoo poo” a ricordare loro con il celebre riff degli White Stripes l’esito della finale di Berlino ai mondiali di calcio appena conclusi.

Qualche crampo qua e là accompagna l’ascesa finale al Barant ma l’esordio si concluse con la consapevolezza di avere i numeri giusti per dare un futuro alla nuova passione.

Fu il Kilometro Verticale dei Ciciu di Villar San Costanzo del 4 maggio 2008 a segnalare che qualche cosa non stava andando per il verso giusto. La stagione agonistica 2007 si era conclusa con un 10.000 su strada in quel di Avigliana e poi un lutto famigliare aveva creato altre priorità ma era il momento di riprendere la preparazione per la Tre Rifugi 2008 e un percorso di sola salita era l’ideale. I primi segni premonitori si manifestarono sulla cresta terminale dopo un brillante avvio di gara. Un affaticamento, ritenuto eccessivo, aveva rallentato il passo verso la Croce di vetta ma, soprattutto, aveva sollevato perplessità e preoccupazione.

Alla cattiva performance seguirono verifiche ed esami che portarono alla individuazione di una diagnosi preoccupante: Leucemia Mieloide acuta e soggetto ad alto rischio. Le impegnative cure si protrassero fino al trapianto di midollo osseo avvenuto il 3 dicembre 2008 non appena individuato un donatore con la dovuta compatibilità.

Grande forza di volontà, spirito positivo e una grande famiglia sono stati i compagni di strada in questa lunga e faticosa gara che ha portato Anna prima alla guarigione clinica e dopo alla ripresa dell’attività sportiva avvenuta, con la necessaria gradualità, nel 2012 con la partecipazione alle prime camminate.

Nel 2013 l’incontro con l’Associazione Donatori Midollo Osseo presso un banchetto promozionale ad una gara non competitiva in una borgata della Valle Chisone e la conseguente decisione di diventare “testimonial” dell’Associazione aderendo alla specifica Società sportiva ADMO PEPERONCINO RUNNING.

Quale occasione migliore per promuovere la donazione di midollo osseo della partecipazione alla Tre Rifugi? Nel 2015 si celebra la 40° edizione e si prospetta l’allestimento della edizione speciale “Vintage”. Anna pensa ad una partecipazione in solitaria per respirare nuovamente l’emozione del ritorno a quella corsa che l’aveva vista presente nel 2007 ma nell’elenco delle coppie iscritte figura una “coppia singola” composta dal solo Claudio Vittone e denominata, giustamente, “Sensa Sociu”.

Uno sguardo d’intesa sulle finalità non agonistiche della nuova avventura suggella l’accordo e la “coppia singola” si trasforma in coppia mista pur senza alterare il nickname prescelto.

La Tre Rifugi si trasforma in un viaggio interiore di emozioni in parte taciute ed in parte condivise con il compagno di avventura. Barant e Manzol si inchinano al passaggio della coppia che ha abbandonato ogni velleità agonistica per una riconciliazione totale con la vita ritrovata. Il passo si fa ancora più pigro nella Conca del Pra dalla lunghezza inadeguata alla voglia di Anna di raccontarsi. Il pubblico applaude ed incita alla corsa verso il traguardo finale. Anna tentenna ma Claudio è fermo nei propositi iniziali: “Tacuma a curi quandi rivuma ai Crin”!

Un simpatico ed originale trofeino suggella la ripresa dell’attività ma nella mente rimane incisa quell’espressione che ha accompagnato Anna per tutto il percorso: “Una figata pazzesca” senza sapere neppure lei se era un inno alla corsa, alla natura o alla vita.

Carlo Degio

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