2005 – SCENDE (DI NUOVO) LA PIOGGIA – BEPPE VIALE: IL PIONIERE DEI VOLONTARI – LUIGI BERTORELLO, BATTESIMO DI NEVE E GRANDINE.

Il maltempo è inatteso e sgradito ospite alla 30° edizione della Tre Rifugi Val Pellice. Il 10 luglio del 2005 ritorna la pioggia ed ancora una volta l’organizzazione deve ripiegare sul tracciato di emergenza Rifugio Jervis – Rifugio Barbara e ritorno. Questa volta nessuna contestazione da parte degli atleti che fanno “buone gambe a cattiva sorte” mettendo a frutto esperienza, freddo e neve abbondantemente patite nella edizione 2003.

Sono 69 le coppie ancora una volta quasi esclusivamente di Valle con qualche presenza dalla Valle Chisone. Tra queste prevalgono Davide Bonansea – Paolo Bert e Barbara Rubiola – Ivana Roberto. Entrambe le coppie stabiliscono il nuovo record “in vasca corta” rispettivamente in 1.48’17” e 2.32’05.

Null’altro da aggiungere se non a curiosità che il nome di Eva Depetris compare sia nella classifica della gara maggiore in coppia con Ines Fontana, che in quella della categoria “ragazze” vincitrice in 6’48” … Ubiquità, omonimia o semplice refuso?

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Ci siamo incontrati, in compagnia di Daniele Catalin, davanti alla (ex) stazione di Torre Pellice: l’abbondanza degli anni ha portato con sé forti problemi di vista ma la voglia di raccontarsi è tanta. Beppe Viale, il primo punto di riferimento dei volontari nell’assistenza agli atleti sorride raccontando delle centinaia di interventi fatti al Colle Manzol, il punto di controllo da lui presidiato fino a che la vista non lo ha (quasi) abbandonato.

Innumerevoli edizioni hanno visto la sua presenza laddove occorreva portare a spalle proprio tutto per essere di aiuto al passaggio degli atleti. Nella sua tenda personale hanno trovato conforto e rifugio centinaia di atleti in special modo nelle edizioni del maltempo. Assistenza e conforto di un bicchiere di tè per tutti salvo che per la coppia attempata Guglielmone – Monnet che incaricava l’amico Beppe di condurre con sé una bottiglia di vino da gustare, a mo’ di integratore, a conclusione della temuta ascesa.

Socchiude gli occhi e rivede la lunga fila di schiene colorate che lentamente risale il monte. Atleti con lo sguardo a terra per non vedere la fatica residua. Qualcuno chiede un aiuto per il diagonale finale ma i più sono intenti in meditazioni filosofiche per ingannare le gambe protese in passi sempre più timidi e stentati. L’approdo al temuto Colle porta con sé urla di gioia, sorrisi ed abbracci ma anche un campionario infinito di imprecazioni.

Non c’è malinconia nello sguardo di Beppe ma traspare l’orgoglio di esserci stato con la sola ricompensa del saluto degli atleti in transito prima della discesa finale e la soddisfazione per l’aiuto prestato a quella coppia di atleti che, nell’edizione 1975 alle 3 del pomeriggio vagava nella neve tra la postazione dell’Arance e l’inizio del temuto ed innevato canalino.

Poi irrompe il desiderio di raccontarsi come per affermare il suo prestigioso senso di appartenenza al mondo degli atleti di montagna. I suoi occhi socchiusi parlano di decine di scalate avventurose quali l’ascensione al Visolotto per la parete nord ovest ma, soprattutto, del concatenamento in cresta degli 8 colli della Val Pellice che vanno dal Sellierino al Colle Boucie comprendendo Selliere, Vej, Vittona, Croce, Urina e Malaura!

Una foto ricordo ha messo fine ad un bell’incontro non prima che Beppe ci ricordasse che non era solo a prestare supporto in qualità di volontario: altre figure storiche hanno permesso a migliaia di atleti di percorrere in sicurezza i sentieri della Tre Rifugi tra i quali, in primo piano Livio Tourn, Enrico Sibille e Delio Long.

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Nell’anno 2002, all’età di 22 anni, era prevalso il gramsciano “pessimismo della ragione” che aveva consigliato, al giovane e inesperto Luigi Bertorello di tornare nella confort zone della cameretta del Rifugio Jervis vista la copiosa pioggia che stava scendendo sul luogo deputato all’esordio. Non aveva soci da abbandonare vergognosamente al loro destino in quanto si era prestato alla funzione di “tappabuchi” nell’eventualità di qualche defezione dell’ultima ora. La Tre Rifugi era tradizione familiare viste le imprese del cugino Paolo Bert e, dopo anni di bramosa attesa era il momento di agire ma…

Ci riprovò nel 2004 nel consueto, per lui, ruolo di tappabuchi salendo rigorosamente al mattino a condizioni atmosferiche definite e conclamate. L’arrivo alla Conca del Pra gli riservò la piacevole (per lui) sorpresa: la coppia femminile Antonella Lamberti – Bruno Franco Monica non poteva prendere il via causa un malessere di quest’ultima. Quale occasione migliore per l’esordio? Il riscaldamento era cosa abbondantemente fatta sul lungo sentiero di ascesa e, quindi, mancava solo il pettorale e l’ufficializzazione della coppia mista Antonella Lamberti – Luigi Bertorello.

Fu un esordio all’altezza delle aspettative con il confortante tempo finale dell’esordio in 3.32’08”. La prestazione valse il primo posto nella classifica delle coppie miste ma un comitato organizzatore burlone aveva previsto la particolare categoria non dotandola, però, di adeguato podio, montepremi e applausi finali.

Occorre giungere fino alla 30° edizione, anno 2005, per l’esordio ufficiale a pieno titolo. Questa volta Luigi aveva smesso i panni del tappabuchi per preparare adeguatamente la Tre Rifugi programmata insieme al fratello Marco. A tabella ampiamente predisposta e rispettata i due coltivavano sogni di gloria affidati al cronometro se non ché… ancora pioggia sulla Tre Rifugi.

A differenza del 2002 questa volta prevalse, nell’animo dei fratelli, l’altrettanto gramsciano “Ottimismo della volontà” e la gara ebbe inizio sul percorso di emergenza, però! La pioggia, salendo al Barant, si trasformò presto in neve ed un copioso temporale dispensò anche qualche chicco di grandine. Si potrebbe dire “Esordio bagnato ecc…” ed anche il crono, 2.37.41” avrebbe confortato questo detto non fosse per il percorso più breve di circa 20 minuti.

All’esordio seguirono numerose altre partecipazioni ed il miglior tempo sulla distanza principe lo realizzò nel 2016 nell’apocrifa “Tre che non c’è” in coppia con Andrea Re: 3.02’15”. Assenti i cronometristi ufficiali a testimoniare l’exploit furono i Crin ‘d Puluc, presenti tutti gli anni e tutti gli anni diversi.

Carlo Degio

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