Importante appuntamento, dal sapore antico, maturato in questo particolare anno sportivo in cui sono stati festeggiati altri eventi imperdibili: basti pensare alla edizione “Vintage” della 40^ Tre Rifugi Valpellice nonché alla riedizione del Trofeo Monte Chaberton.

Diverse le tipologie di gare: solo salita; staffetta salita/discesa; classica salita/discesa.

Il tracciato dopo un breve tratto su asfalto si inerpica su un bel sentiero lastricato in pietra e fiancheggiato da cappellette che fungono da stazioni della Via Crucis, arrivando poco dopo ad un Santuario dedicato a Sant’Abaco. La prima parte presenta una pendenza moderata e costante e quindi questo tratto è sicuramente più corribile. Ma poco dopo la musica cambia. Non più il comodo selciato ma un fondo sterrato spesso sdrucciolevole in quanto formato da micro sassolini. Oppure rocce e sassi, in alcuni casi disposti “di taglio”. La pendenza aumenta considerevolmente e concede poche soste. Qualche breve pianoro erboso e poi la salita riprende subito “tosta”. In alcuni tratti il panorama sulla pianura e sulla bassa valle è molto bello. Si passa accanto ad un elettrodotto  collocato un po’ dopo la metà del percorso. La “corribilità” dipende molto dalla forma fisica del salitore ma alcuni tratti sono indubbiamente da “mani sulle ginocchia”. Eccoci ai ripidi e rocciosi tratti finali. L’ultimo boschetto e siamo in cima dove campeggia una enorme croce in pietra, visibile anche dalla pianura. Nel punto più elevato è, inoltre, collocato un pilastrino in metallo con una particolare iscrizione che richiama il “misticismo” di questa montagna (si narra di riti esoterici, di avvistamenti di UFO e…di fulmini e saette durante i temporali richiamati dai minerali di ferro delle sue rocce).

La discesa, resa al quanto insidiosa in alcuni tratti, a causa del terriccio superficiale scivoloso, segue il sentiero che parte un po’ più a sinistra (orografica) . E’ decisamente meno ripido della salita per cui nel suo complesso risulta molto corribile.

Alla partenza 170 atleti/e ( 96 nella classica; 63 sola salita; 11 staffette salita/discesa).

A tale richiamo non poteva esimersi la nostra Podistica Infernotto. Difatti tre “diavoletti” si sono presentati alla partenza della versione classica.

In 39^ posizione assoluta il mitico Enrico Bonansea con il brillante tempo di 1h:05’:51”, veterano  del Musinè che, qualche primavera di tanti anni orsono, lo ha visto esordire in questa dura ma affascinante specialità, proprio sulle pendici di questa bella montagna.

A seguire in 57^ posizione con il tempo di 1h:10’:07”, Enrico Bolla a seguire in 59^ posizione con il tempo di 1h:10’36”, Tommaso Trecco, reduce dalla donazione di sangue del giorno precedente.

L’autunno avanza ma per i “diavoletti” non è ancora arrivato il periodo del letargo invernale.

                                                                                                                                         E.Bolla

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